Uno strumento che non sottovaluto mai è il diario alimentare, tanto che ne ho creato uno appositamente per le mie pazienti!
Che cos’è un diario alimentare
Oggi voglio però spiegarvi di cosa si tratta, anche perché può rivelarsi uno strumento essenziale per tutti!
Un diario alimentare altro non è che un registro giornaliero nel quale si segna tutto ciò che si mangia e beve nell’arco della giornata, cercando anche di aggiungere dettagli come l’orario, il luogo, il senso di fame , le impressioni e altri particolari specifici a seconda delle necessità.
A cosa serve
La compilazione di un diario alimentare ha diversi scopi, diversi a seconda delle problematiche.
Utile per chi mangia troppo
Il dietista può richiedere la compilazione del diario alimentare nel momento in cui viene fissato un appuntamento, per portarlo alla prima visita. Così sarà più semplice capire come viene gestita l’alimentazione giornaliera ed evidenziare, anche insieme al paziente, i principali errori da correggere. Certo, durante la prima visita in studio viene condotta un’anamnesi alimentare, ma avere per iscritto quello che il paziente ha mangiato per una settimana è materiale prezioso.
Non di rado succede che i pazienti omettano particolari interessanti riguardo la loro alimentazione: fuori pasto, parmigiano sul primo piatto, zucchero nel caffè, il cioccolatino dopo cena, il bicchiere di vino a cena…
Scrivendo tutto ciò che si mangia permette di evitare così tante dimenticanze ed è più semplice per il dietista elaborare piani alimentari personalizzati e corretti!
Inoltre può essere richiesta, prima di ogni visita di controllo, la compilazione di un diario alimentare di qualche giorno: questo serve al dietista per valutare la compliance al piano alimentare e lo aiuta a intervenire in modo mirato ed efficace durante il percorso terapeutico.
Questo non è richiesto per mancanza di fiducia, ma perché spesso ci sono piccole cose che si possono migliorare: troppi “pasti liberi”, condimenti troppo abbondanti, poca varietà nella scelta di contorni e secondi piatti, metodi di cottura non propriamente adatti, spuntini saltati oppure
“Ma sì, un pezzetto… cosa vuoi che faccia!?”
… troppi fuori pasto!
O troppo poco
Altre volte il diario riporta una strana verità: i pazienti mangiano meno di quanto ci fosse scritto nello schema, pensando “meno mangio più dimagrisco”. Senza ricordarsi del discorso fatto sul rallentamento del metabolismo. Intendendo la dieta come “momento per modificare le proprie abitudini alimentari”, diventa necessario uno strumento di monitoraggio come il diario alimentare. Il cambiamento parte dalla consapevolezza dei comportamenti.
Quando i pazienti riportano dei disturbi gastrointestinali (come digestione lenta, gonfiore addominale, eccessiva eruttazione, nausea…) chiedo sempre loro di tenere un diario alimentare di qualche giorno e di far caso se, in concomitanza con l’assunzione di determinati alimenti, compaiono dei sintomi e disagi e allora annotarli! Questo mi può permettere di comprenderne meglio la causa (Troppa verdura? Latticini? Pranzo eccessivamente rapido?) e quindi elaborare piani alimentari ad hoc!
Oppure ancora, quando sospetto un’intolleranza alimentare il diario può essere molto più utile di tutti quei test che si trovano in giro.
Un diario in cui si riporti sia ciò che si mangia sia il disturbo può davvero essere d’aiuto e, se sottoposto agli occhi attenti e critici di un professionista, si può risolvere il problema!
In ospedale
In ospedale, in abito di malnutrizione, chiediamo spesso un diario alimentare per comprendere quanto effettivamente il paziente riesce ad alimentarsi e se riesce a soddisfare il proprio fabbisogno o c’è evidentemente necessità di un supporto nutrizionale. Molti pazienti che giungono in ambulatorio devono, per le loro condizioni cliniche, seguire diete a consistenza modificata, il che significa tutto frullato. Avete idea come è difficile trasformare un intero pasto in qualcosa di frullato? Un conto è dire “ho mangiato una crema di riso” un conto è vedere scritto (con calligrafie traballanti di amorevoli mogli novantenni che fanno vibrare il cuore…) “crema di riso 50 g con un omogeneizzato di tacchino, un cucchiaio di olio e una spolverata di grana”. La questione cambia e di molto! Per questi pazienti riuscire a tenere mente ciò che si mangia è difficile e un diario alimentare può essere utile per loro stessi e per noi professionisti che possiamo valutare se effettivamente ci sono margini di miglioramento attraverso gli alimenti o è necessario attuare altre terapie nutrizionali.
Per il proprio rapporto col cibo
Il diario alimentare è uno strumento preziosissimo in caso di un rapporto conflittuale con il cibo. Il diario in questo caso aiuta il paziente a prendere consapevolezza, in modo da riprendere il controllo del suo rapporto con il cibo. Ad esempio è utile quando si ha un’alimentazione eccessivamente restrittiva e controllata, quando si mangia tanta verdura da non riuscire a mangiare altro, quando si mangia per noia o per nervosismo, quando si pranza con qualcosa di goloso compensando poi cenando con una mela… in tutti questi casi serve consapevolezza per indurre il cambiamento. In questi casi poi è utile commentare il diario con una dietista o una psicologa.
Un aiuto all’autocontrollo
Il diario, infine, può essere un ottimo strumento di autocontrollo: annotare per qualche giorno cosa effettivamente mangiate e in che porzioni aiuta a prendere maggior coscienza degli eventuali errori che si commettono. Davvero fate colazione con tè e 15 biscotti? Ecco, magari da domani si cambiano abitudini… Certo, per cambiare le abitudini nel modo corretto serve comunque l’aiuto di un professionista e meglio evitare il fai da te.
Io vi consiglio di provare a tenere un diario alimentare per qualche giorno, che ne dite? Eventualmente poi sono sempre disponibile a commentarlo insieme in studio!
F.