Estate, sole e… vitamina D. E’ infatti l’estate è la stagione giusta per garantirsi un buon apporto di questa vitamina! Vediamo perchè e che relazioni ci sono con la fertilità.

Cos’è la vitamina D

La vitamina D è una vitamina liposolubile che è indispensabile per la salute. O meglio, è un ormone stereoideo, ovvero derivante dal colesterolo. Il 90% della vitamina è “prodotta” nella cute dopo l’esposizione solare, mentre una piccola quota è assunta con la dieta e l’integrazione.

L’esposizione solare ci permette di attivare questa vitamina. Più precisamente: nella pelle abbiamo una provitamina (deidrocolesterolo, derivato appunto dal colesterolo) che viene attivata dai raggi solari UVB e quindi trasformata in vitamina D3 o colecalciferolo. A questo livello la vitamina non è ancora attiva, ma per svolgere le sue funzioni benefiche deve essere trasformata a livello epatico e successivamente renale.

Qui uno schemino (scusate, ma era l’argomento di biochimica che preferivo!)

 

vitamina D

Come vedete sono diversi gli organi che portano alla formazione di una vitamina D attiva; pertanto una disfunzione renale o epatica può determinare una carenza di vitamina D.

Per attivare la vitamina al meglio e proteggere contemporaneamente la pelle, cercate di non esporvi al sole nelle ore centrali. E’ sufficiente anche lasciare solo braccia e gambe scoperte, usando protezioni solari basse o medie.

Dove si trova negli alimenti

Essendo una vitamina liposolubile si trova in tutti gli alimenti grassi. In particolare: pesce grasso selvaggio (aringa, salmone, acciughe…), fegato di animali non da allevamento, burro e formaggi grassi di mucche al pascolo, tuorlo delle uova biologiche.

Come vedete, nella lista ho specificato la provenienza di questi ingredienti, che è imprescindibile per avere un buon apporto di vitamina senza fare ingordigia di sostanze tossiche.

Carenza di vitamina D

La carenza è più frequente di quanto si pensi.

Si parla di livello:

  • carenziale quando  è inferiore a 20 ng/ml.
  • insufficiente quando è compreso tra 20 e 29 ng/ml.
  • ottimale quando è superiore a 30 ng/ml
  • tossico quando è superiore a 90 ng/ml

Ciò è dovuto al cambio di stile di vita e alla ridotta esposizione solare.

Non sono solo le donne in menopausa ad essere a rischio di carenza di vitamina D, ma il suo livello dovrebbe essere dosato in diversi casi, soprattutto nelle giovani donne in età fertile.
Il rischio di carenza c’è in chi svolge un lavoro d’ufficio e ha una scarsa esposizione solare, in chi è celiaco, in chi è fortemente sportivo, in chi ha problemi di fertilità e squilibri ormonali, in chi ha problematiche epatiche o renali, nei neonati che sono allattati al seno..

Vitamina D e salute

E’ risaputo che questa vitamina è essenziale per l’omeostasi (=equilibrio) del calcio e per la salute dell’osso, aiutando a prevenire lo sviluppo di osteopenia e osteoporosi.

Le ultime scoperte hanno svelato come la vitamina D si comporti da vero e proprio ormone, che regola diverse funzioni all’interno del nostro corpo. In particolare è coinvolta in molti meccanismi legati alla funzione cognitiva, al sistema immunitario, all’umore, alla salute cardiocircolatoria e alla fertilità. Recenti studi hanno inoltre dimostrato come bassi livelli di vitamina D siano correlati a un aumento di rischio di mortalità.

Vitamina D e fertilità femminile

Diversi studi scientifici hanno dimostrato come i livelli di vitamina D siano correlati con la fertilità femminile, soprattutto in caso di PCOS (sindrome dell’ovaio policistico), endometriosi e altre condizioni.

Chiedo sempre alle mie giovani pazienti di farsi prescrivere il dosaggio di vitamina D, perchè in caso di ipofertilità, PCOS, PMA (procreazione medico assistita) e basse riserve ovariche è buona cosa correggere fin da subito l’eventuale carenza.

vitamina D

In primis è provato che la vitamina D debba essere integrata in donne che hanno una scarsa riserva ovarica: gli studi mostrano come alti livelli di vitamina D correlino con un aumento del AMH (ormone antimulleriano) che rispecchia la riserva ovarica in termini qualitativi.

Circa il 98% delle donne che soffrono di PCOS hanno livelli carenziali di vitamina D.
Nelle donne con PCOS, la vitamina D svolge un ruolo importante in diversi aspetti, in particolare sull’insulino-resistenza associata a ipofertilità. E’ consigliabile far fronte alla carenza di vitamina D con un’adeguata supplementazione, così da migliorare gli squilibri legati all’irregolarità mestruale, lo sviluppo follicolare e la probabilità di concepimento in queste donne.

La scienza ci dice anche che la vitamina D svolge un ruolo anche nell’endometriosi, grazie alla sua azione immunomodulatoria e antinfiammatoria.

Anche nelle donne che affrontano la PMA è importante controllare il livello di vitamina D: chi inizia un percorso di FIVET è buona cosa che abbia dei valori di vitamina D superiori a 30 ng/ml.

Integrazione

Quando gli esami del sangue mettono in mostra una carenza bisogna affrontarla con una giusta integrazione.
Tendenzialmente i medici prescrivono un’integrazione settimanale e mensile con alti dosaggi da assumere in un’unica volta (da 10.000 fino a 100.000 UI).

Trattandosi però di una vitamina con effetto ormonale, è più utile un’integrazione giornaliera, il cui dosaggio deve essere adeguato al vostro livello ematico di vitamina. L’assunzione e la decisione del dosaggio è sempre da effettuare sotto controllo medico, anche per bassi dosaggi.

Se non ci sono controindicazioni epatiche e/o renali la forma consigliabile e meglio assimilata è quella di colecalciferolo.

E’ consigliabile assumere l’integratore al pasto, in concomitanza di una fonte di grassi (es. olio extravergine d’oliva) per favorirne l’assorbimento. Se assumente l’integratore in gocce, è già presente al suo interno una componente lipidica. A tal proposito cercate di preferire integratori in gocce che usano olio di oliva e non altri oli raffinati.

E voi, avete mai controllato i vostri livelli di vitamina D?

F.

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